A tu per tu con lo squalo balena, il pesce più grande del mondo
I pesci possono avere scheletro osseo (osteitti) o cartilagineo (condroitti). Alla classe dei condroitti appartiene il pesce più grande del mondo, lo squalo balena, che raggiunge e passa i 10 metri di lunghezza.
È un gigante buono perché innocuo: non è aggressivo a si nutre di plancton e pesci. Nuota quasi sempre in superficie, ma spesso lo si può trovare in posizione verticale mentre pompa acqua e cibo nella bocca enorme. È un ospite frequente delle acque di Nosy Be, in Madagascar.
L’incerto destino delle tartarughe marine
Il global warming ha innescato un effetto domino che ha conseguenze inimmaginabili. Ad esempio, si ipotizza che le tartarughe marine tenderanno ad estinguersi o almeno andranno incontro ad una importante rarefazione. Ecco il motivo: le tartarughe, come tutti i rettili, sono specie ovipare, cioè nascono da uova deposte dalla femmina. La deposizione avviene in una buca scavata nella sabbia. Se la temperatura nel nido è inferiore ai 28 – 28.5°C, i nuovi nati saranno tutti di sesso maschile. Quando, invece, la temperatura è superiore ai 29 gradi, saranno di sesso femminile. Non siamo davanti ad un mistero, infatti il sesso dei rettili è dato dagli ormoni: una prevalenza di androgeni genera sesso maschile, una prevalenza di estrogeni quello femminile. Dobbiamo considerare che gli androgeni sono i precursori degli estrogeni. Ciò significa che questi ultimi sono una trasformazione degli androgeni dovuta all’azione di un enzima denominato aromatasi. Quando la temperatura è inferiore ai 28°C, l’aromatasi si inibisce: si ha, quindi, il blocco dell’aromatasi, e gli androgeni non si trasformano in estrogeni. In questo caso, i nuovi nati saranno tutti di sesso maschile. Al contrario, quando la temperatura nel nido sale oltre i 29°C, l’aromatasi si attiva e gli androgeni vengono trasformati in estrogeni, con la conseguente nascita di testuggini femmine. Poiché, a causa del global warming, terra e mare tendono a riscaldarsi sempre più, è facile che lo strato di sabbia dove le tartarughe marine scavano il nido di deposizione delle uova avrà quasi sempre una temperatura superiore ai 29°C. Ci sarà, dunque, una prevalenza di tartarughe femmine e pochi maschi che potranno fecondarle. La specie, dunque, rischierà l’estinzione o una forte rarefazione. Andremo a verificare la situazione a Nosy Sakatia, l’isola delle tartarughe, in Madagascar.
Quanta plastica c’è in mare? Il Progetto Micromar
Uno dei fini della spedizione in Madagascar sarà la raccolta di campioni d’acqua in punti diversi della costa e del mare aperto per verificare la quantità di microplastiche per volume d’acqua. I campioni verranno inviati all’università Federico II di Napoli DiSTAR e Dipartimento di Chimica, dove verrnno effettuate le indagini: verranno fotografati e dove alcuni studenti di scuole italiane che hanno aderito al progetto Micromar, effettueranno la conta. Inutile sottolineare che l’inquinamento da plastiche e microplastiche è uno dei più gravi che affliggono terre emerse, mare e acque interne.
La salute dei coralli
L’eccesso di CO2 comporta l’acidificazione del mare con conseguente corrosione di tutto ciò che contiene carbonato di calcio, quindi anche le conchiglie dei molluschi, l’esoscheletro dei crostacei e i coralli. Quali sono, dunque, le attuali condizioni dei reef corallini? Come evolveranno in futuro? Che conseguenze ci saranno per la ricca biodiversità tropicale? Andiamo a renderci conto di tutto ciò nel nostro viaggio di ricerca scientifica in Madagascar, che vanta la più alta diversità di coralli registrata in Mar Rosso e nell’Oceano Indiano, con circa 2500 specie diverse.
Dalla terra all’acqua
Circa 50 milioni di anni fa, un animale simile ad un lupo (denominato dalla scienza pakiceto perché i suoi resti furono rinvenuti in Pakistan) per motivi sconosciuti abbandonò le terre emerse e cercò la sopravvivenza nella dimensione acquatica. Dopo diversi stadi evolutivi le sue forme divennero simili a quelle di un pesce, ma la fisiologia restò più o meno invariata, con polmoni, cuore etc. In sintesi, restò un mammifero e oggi una delle tante specie di cetacei, la balenottera azzurra, è l’animale più grande del mondo. Qual è lo “stato di salute” delle balene e dei grandi cetacei in genere alla luce della trasformazione dei parametri fisici e chimici del mare dovuta al cambiamento climatico? Ce lo diranno le grandi megattere di Nosy Be, in Madagascar.