Moltissima della plastica che usiamo quotidianamente finisce in mare anche se noi la mettiamo nel bidone della raccolta differenziata. Lo stesso vale per quella presente nei tessuti sintetici dei nostri vestiti.
Essendo questi materiali derivanti dal petrolio, una volta prodotti sono un problema per l’ecosistema e lo saranno sempre. Indipendentemente da quanto crediamo di far bene la raccolta differenziata del materiale monouso o il riciclo dei vestiti usati.
Poiché l’inquinamento della plastica è diventato un problema colossale che spaventa chi lo conosce, molti sforzi sono stati fatti dalla scienza negli ultimi anni per studiare cosa sta succedendo all’ecosistema. E con MicroMar, vogliamo fare lo stesso.
L’approccio che usiamo però è diverso da quello che viene organizzato di solito dai gruppi scientifici di ricerca. MicroMar è infatti nato fuori dall’Università, ma si appoggia all’Università per tutto quello che riguarda protocolli, metodologie e rigore scientifico. MicroMar inoltre conta su cittadini che scienziati non sono (divers, pescatori, volontari, studenti di scuole superiori….) e vuole mantenerli informati sui risultati e coinvolti nella comprensione della problematica. Tutto questo viene supportato da piccoli fondi derivanti da un’associazione sul territorio (AIPU) per far fronte alle spese di acquisto del materiale da laboratorio.