I più noti effetti del riscaldamento globale sul mare e la sua biodiversità sono due fenomeni che da qualche anno riempiono le cronache e le pagine dei giornali e cioè la tropicalizzazione e la meridionalizzazione.
La prima comporta l’ingresso di specie aliene nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez e lo Stretto di Gibilterra; la meridionalizzazione, invece, consiste nella risalita di specie dal bacino meridionale del Mare Nostrum verso quello settentrionale poiché la differenza di temperatura tra il Mediterraneo del nord e quello del sud si è praticamente annullata, quindi, tanto per fare un esempio, quelle specie che vivevano bene nel mare di Sicilia, adesso si trovano benissimo anche nelle acque dell’Arcipelago Toscano.
Il fenomeno della meridionalizzazione non interessa solo organismi animali come pesci, molluschi, crostacei e altri phyla biologici, ma anche organismi vegetali, tra cui le alghe. E a proposito di queste ultime, il biologo marino, Prof. Adriano Madonna, ci segnala la presenza di una “nuova” alga nel golfo di Gaeta. Nuova nel senso che fino allo scorso anno era sconosciuta nelle nostre acque pur essendo reperibile ad un tiro di schioppo più a sud: è già presente nel Golfo di Napoli, ad esempio, da diversi decenni, ma evidentemente qualche parametro della sua nicchia ecologica nel mare di Gaeta ancora non era a punto. Quest’anno, invece, l’ambiente evidentemente è mutato positivamente per l’alga Asparagopsis armata (questo è il suo nome), che è arrivata e vive e vegeta anche qui.
Il Professor Adriano Madonna giorni fa si è immerso nelle acque de La Nave di Serapo insieme con l’architetto Luigi Valerio dell’Associazione A.I.P.U. Sviluppo Sostenibile , e là, quasi sullo sfioro di marea, ha visto questi minuscoli cespugli di color marrone rossastro che hanno attratto la sua attenzione. Ha intuito che quell’alga prima non esisteva nel suo mare, quindi l’ha osservata, l’ha fotografata e in seguito l’ha studiata. Si chiama Asparagopsis armata e può definirsi un’alga invasiva: è appurato, infatti, che produce dei metaboliti tossici per altre specie di alghe, e questa è una strategia per l’occupazione del territorio e delle risorse. A tal proposito, il Prof. Madonna riferisce che intorno ai ciuffi di Asparagopsis che ha rinvenuto non c’erano altre alghe di consistenti dimensioni. La “nuova” alga di cui il mare di Gaeta si è arricchito ha una colorazione marrone tendente al rossastro. Dall’elemento centrale, il tallo, che si ancora al substrato roccioso, si dipartono diverse ramificazione verticali di consistenza morbida con appendici laterali e apicali biancastre. Asparagopsis armata viene usata in medicina umana e veterinaria: è, dunque, un’alga interessante per la scienza. Una cosa da verificare, però, è quanto, in che misura, sia invasiva.